Arrivano a 711 i bambini morti negli Stati Uniti perché dimenticati in auto e la domanda che la gente si chiede è “come può succedere?”.
Episodi che hanno dell’assurdo, ma che in realtà sono provocati da blackout della mente. Infatti, questi episodi non hanno niente a che fare con il grado di amore o attenzione che ha un genitore nei confronti del proprio figlio, ma è la mente umana che opera brutti scherzi.
In questa società in cui viviamo, dove i minuti sono contati e si è sempre di corsa e pieni di impegni, è facile che, a causa dello stress, la mente cancella automaticamente dei ricordi e azioni e ne crea di nuovi anche se in realtà non sono mai accaduti.
Le statistiche dimostrano che nel 55% dei casi il genitore era sicuro di aver lasciato il ambino all’asilo o dalla baby-sitter; il 28% dei bambini deceduti, invece, si è introdotto in auto in autonomia; mentre il restante 17% dei genitori ha lasciato intenzionalmente il figlio in auto, perdendo la concezione del tempo, e senza sapere che lasciare un bimbo in auto anche solo per 20 minuti può essere fatale.
Non solo negli Stati Uniti, questa tragedia si è consumata diverse volte anche in Italia.
Il caso più vecchio risale al 1998 a Catania e da allora si contano 8 decessi.
Per evitare altre morti inutili in Italia è stata approvata dal Senato, ad ottobre dello scorso anno, la norma che obbliga i genitori ad utilizzare dei seggiolini con sensore anti-abbandono.
La legge doveva entrare in vigore entro il 1° luglio 2019, ma per ragioni burocratiche sarà rimandata per il prossimo autunno.
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